Il comune iniziò a popolarsi dalla metà dell’800, quando fu costruita la stazione ferroviaria della tratta Roma-Sulmona-Pescara, ed era frazione di San Valentino in Abruzzo Citeriore. Il comune fu istituito nel 1948, in seguito all’accresciuta presenza industriale della Val Pescara; vi nacque il poeta dialettale Giuseppe Tontodonati, che la descrisse in un suo poemetto nel 1976.
Nel 1970 a Scafa fu inaugurato il secondo principale cementificio della Val Pescara, le cui attività sono cessate nel 2016. Nell’era del miracolo economico italiano, grazie allo sviluppo che coinvolse la zona, Scafa moltiplicò il numero di residenti.
Le originarie parlate di Scafa e San Valentino in Abruzzo Citeriore, se si considerano nella loro varietà dialettale più stretta ed originaria, appartengono all’abruzzese orientale adriatico, a sua volta inserita nel vasto sistema dialettale centro-meridionale, che si estende dall’Umbria e dalle Marche centrali fino alla Sicilia. L’attuale vernacolo del territorio scafese è però quello della koinè dell’area metropolitana pescarese-chietina, che si è sviluppata nella seconda metà del secolo scorso a seguito del boom demografico che ha interessato Pescara, la costa ed il suo entroterra, e che è a fondamento sia dell’attuale registro intermedio dell’italiano regionale sia del registro dialettale regionale abruzzese adriatico propriamente detto. Scafa si ricollega in particolare alle parlate dell’area chietina, avendo fatto parte della provincia di Chieti fino al 1927: netta risulta infatti, alle orecchie degli stessi scafesi, la differenza con il dialetto della vicina Alanno, la quale, essendo situata al di là del fiume Pescara, apparteneva un tempo alla provincia di Teramo, e dunque presenta una pronuncia più aperta delle vocali. Poeta dialettale molto noto di Scafa fu Giuseppe Tontodonati.